
La pandemia di SARS-CoV-2 e la conseguente politica d’isolamento sociale hanno reso la vita più difficile anche ai ladri “tradizionali”.
Furti nelle abitazioni, spaccio, aggressioni a scopo di rapina sono alcune delle attività criminali che il lockdown, tra confinamento in casa e maggiore presenza delle Forze dell’Ordine in città, ha naturalmente contenuto.
Ma se da più prospettive – dal monitoraggio del contagio, degli infetti e dei malati, alla riformulazione di modalità di lavoro e di organizzazione aziendale, lungo la vita quotidiana di ciascuno di noi – la tecnologia è emersa come principale alleato per affrontare e vivere questa nuova realtà, la criminalità non ha perso in assoluto terreno, rivolgendo anch’essa maggiore interesse alla rete e a nuove operatività online.
L’aumento di persone in Smart Working, su reti locali a volte non opportunamente protette, o la crescita esponenziale di transazioni online e operazioni di Home Banking, hanno sicuramente rappresentato una grande opportunità per Hacker a caccia di dati personali, sensibili e aziendali, con il conseguente aumento di pratiche di Phishing e diffusione di Malware.
Un esempio tra tutti, che ha avuto molta eco a livello internazionale, relativamente al Phishing, è l’email circolata a fine marzo con finto mittente OMS, in cui si invitava ad aprire allegati per recepire informazioni veritiere e ufficiali sul nuovo Coronavirus. Il virus presente negli allegati aveva il compito di rubare dal computer credenziali e password di accesso.
Un’altra pratica, da tempo diffusa, che con l’emergenza legata al COVID-19 ha subìto una fortissima accelerata, è quella del Ransomware, il furto di file resi inutilizzabili fino al pagamento di un riscatto. Un’attività, questa, che colpisce sia singoli individui, che grandi organizzazioni, istituzioni, imprese, sempre più orientate e dipendenti dalla rete nella loro operatività.
Non meno pericoloso e frequente si è dimostrato il ricorso al distributed denial-of-service, l’interruzione di servizio generato da un deliberato sovraccarico della rete e messa fuori gioco di sistemi complessi connessi in Cloud, che ha colpito anche grandi Istituti operanti nella Sanità impegnati nella lotta contro la Pandemia.
Non va inoltre dimenticato come la crisi in corso, e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento di alcuni prodotti, quali dispositivi di protezione individuale o disinfettanti, ha agevolato il Dark Web, che, fuori da qualsiasi regola, rende disponibile all’acquisto prodotti la cui non conformità a dei fondamentali standard di qualità, si può rivelare anche estremamente pericolosa per la salute di tutti noi.
Sia che si tratti di singoli criminali dotati di notevoli competenze informatiche, che di gruppi criminali o addirittura terroristici, con finalità politiche o nell’ambito di strategie di guerra economica e commerciale tra imprese o Stati, mai come ora la minaccia che proviene dalla rete è ai più alti livelli.
Nel quadro dei delicati equilibri economici in cui si sta muovendo il nostro intero Paese, tra le tante fragilità con cui dobbiamo misurarci per affrontare la faticosa ripresa, la criminalità online rappresenta un nemico estremamente potente e destabilizzante.
Sarà quindi fondamentale a qualsiasi livello non farsi trovare impreparati e mettere in campo ogni strumento utile per consolidare e mettere in sicurezza la propria infrastruttura informatica, attraverso la quale passerà necessariamente e sempre più la nostra futura riorganizzazione produttiva e sociale.